Da un foglio bianco cominciano le cose | (su l’oeil nu, Maud Blandel - ILKA)
Alessandra Cussini


Da un foglio bianco cominciano le cose |

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dai puntini dalle palline dalle sfere dalle riserve rotanti di scuro si avvolgono costruiscono stercorari dalle zampette invisibili (quello che si vede è la merda non la potenza degli arti)

Devi guardarla dall’alto di un muro di cinta la digestione, il succo di scolo, il turnarsi nel dolore, questo stormo senza punteggiatura

| mastica s’aggancia si sforma si sgonfia defeca si inoltra si sfalda

Resta sempre integro il dolore i suoi fottuti frammenti ricomposti come bambine femmine ordinate della scuola delle suore

secchione borghesi |

come il dogma del cristianesimo come il sussurro che resta alle cose come le vecchie che recitano le preghiere dopo sessant’anni uguali

serve di dio | serve della delega |

e la memoria si incolla solo a quella fottuta ripetizione senza sguardo

avere un confessionale in faccia |

senza occhi senza libretto di messa senza libretto di istruzioni

| Faccio un movimento con le mani come pagine che si aprono |

Devi immaginare sotto le scarpe al posto della gaffa nera la grafite, riscrivere la geografia del danno, ripetere il gesto, girare, seguire, smarrirti, pensare sempre alla stessa cosa, fare sempre la stessa cosa, il bilanciamento e l’equilibrio del canone;

riscrivere la geografia del danno, ripetere il gesto, girare su te stessx, seguire, smarrirti, pensare sempre la stessa cosa, fare sempre la stessa cosa, il bilanciamento e l’equilibrio del canone;
riscrivere la geografia del danno, ripetere il gesto, girare su te stessx, seguire, smarrirti, pensare sempre la stessa cosa, fare sempre la stessa cosa, il bilanciamento e l’equilibrio del canone;
riscrivere la geografia del danno, ripetere il gesto, girare su te stessx, seguire, smarrirti, pensare sempre la stessa cosa, fare sempre la stessa cosa, il bilanciamento e l’equilibrio del canone;
riscrivere la geografia del danno, ripetere il gesto, girare su te stessx, seguire, smarrirti, pensare sempre la stessa cosa, fare sempre la stessa cosa, il bilanciamento e l’equilibrio del canone;
riscrivere la geografia del danno, ripetere il gesto, girare su te stessx, seguire, smarrirti, pensare sempre la stessa cosa, fare sempre la stessa cosa, il bilanciamento e l’equilibrio del canone,  

per sei volte | con sei corpi | in sei suture | con sei tagli | in sei posture di partogenesi

per un po’
non può sembrare diversa la stessa cosa

C’è un punto di arrivo se lo prepari con un lancio
Chi arriva dove chi resta nella stanza accanto
Chi arriva dove chi si dissolve si amputa PUM PUM PUM

Nella stanza accanto
Mio padre
Non dice la verità
| a me |

la televisione accesa le canzoncine i cartoon i PUM i BANG sul foglio bianco disegna un fumetto il segno roteante di una giostra racconta i miei ricci l’ombra dell’albero per far bere il cavallo di plastica i dinosauri la foca e il suo bambino
| sono uguali ma uno è più piccolo e resta |
lo scivolo il silenzio la mano

non ho capito e giro non ho capito e ruoto non ho capito e ripeto guardo dal cielo lontanissimo 
sono la bambina più alta del mondo
e il soffitto se lo capovolgi è un buco




foto  Margaux Vendassi, Camille D. Tonnerre




l’oeil nu

Si dice che una stella inizi a morire quando, esaurite le sue riserve di idrogeno, non riesce più a mantenere uno stato di equilibrio. Inizia così una lunga fase di degenerazione che, a seconda della grandezza della stella, porterà al collasso del suo nucleo o a una violenta esplosione. In questa creazione, la coreografa franco-svizzera Maud Blandel associa il fenomeno astrofisico delle pulsar al ricordo tragico dell’esplosione del cuore di suo padre. Adattando i principi di rotazione, gravità e periodicità, “l’oeil nu”, con i suoi sei performer, trasforma il chiostro del cimitero della Certosa di Villeneuve lez Avignon in un perfetto campo di osservazione. Cosa percepiamo davvero quando ci troviamo di fronte a un corpo (astrale, fisico o collettivo) in uno stato di degenerazione? Più che ricostruire un evento autobiografico, Maud Blandel gioca qui con i cambi di scala, tiene a distanza il tragico e traduce in immagini il funzionamento della memoria: la sua persistenza, le sue ripetizioni così come i suoi vuoti, le sue zone d’ombra e altre invenzioni.

BIO

Con una formazione in danza contemporanea, regia (Manufacture, Losanna) e arti visive (HEAD, Ginevra), Maud Blandel sviluppa dal 2015 i propri progetti coreografici. Ogni suo lavoro – “TOUCH DOWN”, “Lignes de conduite”, “Diverti Menti” – si fonda su una base musicale concettuale per tradurre in corpo e forma fenomeni alterati dal passare del tempo. Collabora con Cindy Van Acker, Karim Bel Kacem, Heiner Goebbels e Romeo Castellucci. Dal 2016 è sostenuta da Parallèle per la produzione e la distribuzione dei suoi lavori. Dal 2018 è artista residente all’Arsenic – Centre d’art scénique contemporain di Losanna, artista associata al CNDC-Angers (Centre National de Danse Contemporaine) e a Bonlieu Scène nationale Annecy.